Gli errori tipici nella compilazione delle domande di finanziamento

Una lettura superficiale dei bandi e delle loro condizioni di agevolazione può portare a risultati molto spiacevoli. Il peggiore tra questi è investire tempo e denaro nella compilazione di una domanda che, per negligenza o approssimazione, non può essere ammessa al finanziamento. Ecco alcuni degli errori più comuni da evitare durante la compilazione di una domanda di contributo: Investimento non finanziato dal bando: Uno degli errori più frequenti è quello di riportare tra le spese voci non finanziabili. Per questo è importante conoscere nel dettaglio le spese ammesse da ciascun bando assicurandosi che coincidano con il progetto che volete realizzare. Dimensioni aziendali: Molti bandi sono riservati a Micro, Piccole o Medie Imprese. Queste categorie sono individuati da parametri rigidi, come il fatturato, il numero di dipendenti, e l’analisi delle quote di partecipazione aziendale. Business plan carente: La compilazione di un business plan accurato, che descriva nel dettaglio le modalità di realizzazione del progetto proposto è il punto cardine della quasi totalità dei bandi più appetibili per le aziende. Un business plan approssimativo è uno dei motivi più frequenti di non ammissione. Documentazione mancante: Può sembrare banale, ma prima dell’invio della domanda è bene assicurarsi che tutta la documentazione sia presente e compilata secondo quanto previsto dal bando. Lo stesso vale in fase di rendicontazione. Investimento minimo: Molti bandi prevedono un investimento minimo di progetto. Questo per le aziende è quasi sempre considerato come esente iva. Per questo occorre fare attenzione al computo totale delle spese inserite per l’ottenimento del contributo a fondo perduto.

Fiera Mecspe 2024: vi aspettiamo!

FIERA MECSPE ABIFIN FINANZA AGEVOLATA

Vi aspettiamo alla fiera MECSPE 2024 a Bologna. Saremo presenti al MECSPE 2024, ovvero la Fiera Internazionale per l’Industria Manifatturiera, che si terrà dal 6 all’8 marzo a Bologna Fiere. Ci troveremo nel padiglione 26 (padiglione della Subfornitura Meccanica MECSPE) allo stand A115. Questo evento fieristico si concentrerà sui temi della digitalizzazione, della sostenibilità, dell’industria 4.0, dell’innovazione industriale e della crescita d’impresa. La finanza agevolata può sostenere lo sviluppo di tutti questi ambiti grazie a contributi a fondo perduto, bonus e crediti d’imposta e finanziamenti a tasso zero. Numerose opportunità di ottenimento dei contributi sono rivolte alle imprese manifatturiere. Tuttavia, esistono moltissimi bandi aperti anche per imprese che appartengono ad altri settori. Al nostro stand avremo occasione di approfondire questi temi e rispondere a qualsiasi domanda in merito ai servizi e alle opportunità che la finanza agevolata può offrire. Se sei già nostro cliente, inoltre, puoi richiedere un invito gratuito scrivendoci a [email protected]. Inoltre, scrivendoci via mail, puoi prenotare un appuntamento con un nostro consulente di finanza agevolata. Fiera MECSPE 2024: vi aspettiamo!

Come effettuare la rendicontazione di progetti finanziati tramite fondi pubblici

I fondi pubblici sono fondamentali per la realizzazione di progetti di ricerca, sviluppo o innovazione che non potrebbero essere realizzati con fondi privati a causa della loro natura ad alto rischio e incertezza. Tuttavia, una volta che il progetto è stato finanziato, ci sono alcuni passaggi importanti che devono essere seguiti per rendicontare correttamente i fondi pubblici utilizzati e garantire la trasparenza nella gestione del progetto. Conoscere le regole di rendicontazione Il primo passo per rendicontare correttamente un progetto finanziato da fondi pubblici è conoscere le regole di rendicontazione imposte dall’ente che concede il finanziamento. Le regole possono variare a seconda del tipo di progetto, quindi è importante leggere attentamente i documenti contrattuali e le linee guida. In generale, si richiede la documentazione di tutti i costi sostenuti per il progetto, diretti e indiretti, e che vengano fornite le giustificazioni necessarie per dimostrare che tali costi sono stati effettivamente sostenuti per la realizzazione del progetto. Effettuare un’analisi del budget Una volta note le regole di rendicontazione, è importante effettuare un’analisi del budget del progetto. Ciò consentirà di capire quale parte dei fondi pubblici è stata spesa e quali costi devono ancora essere sostenuti per completare il progetto. Durante l’analisi del budget, qualora venissero identificati eventuali costi non ammissibili, è importante assicurarsi che vengano eliminati. Inoltre, è opportuno tenere traccia di eventuali deviazioni dal budget iniziale e individuare le cause di tali deviazioni. È bene ricordare che l’importo finanziato sarà adeguato ai costi effettivamente presentati solo al ribasso: nel caso in cui le spese siano inferiori all’importo preventivato in fase di progetto, si avrà infatti un conseguente decremento del contributo stanziato.  Documentare i costi sostenuti Una volta che l’analisi del budget è stata completata, risulta necessario documentare tutti i costi sostenuti per il progetto. Ciò include la registrazione delle fatture e dei documenti di spesa, la tenuta di registri di pagamento e la documentazione delle attività svolte e degli orari di lavoro. In generale, è opportuno conservare tutta la documentazione a supporto dei costi sostenuti per il progetto per un periodo di almeno cinque anni. Presentare la rendicontazione Una volta che la rendicontazione è stata verificata e corretta, è possibile presentarla al finanziatore. Ciò può essere fatto tramite posta elettronica o attraverso una piattaforma digitale online fornita dall’ente finanziatore. È importante presentare la rendicontazione nei tempi previsti e rispettare le procedure necessarie per l’invio dei documenti. Conclusioni La rendicontazione corretta dei progetti finanziati da fondi pubblici è un passaggio fondamentale per garantire la trasparenza nella gestione dei fondi pubblici e la corretta utilizzazione delle risorse stanziate. Conoscere le regole di rendicontazione imposte dal finanziatore, effettuare un’analisi del budget, documentare i costi sostenuti, verificare la rendicontazione e presentare la rendicontazione nei tempi previsti sono tutti passaggi fondamentali per una rendicontazione corretta e trasparente. In questo modo, non solo si garantisce la corretta utilizzazione dei fondi pubblici, ma si proteggono anche i propri interessi e quelli del progetto finanziato.

Cosa è il RUNTS

Il RUNTS (Registro Unico del Terzo Settore) è un registro nazionale che raccoglie informazioni sulle organizzazioni non profit attive in Italia. È stato istituito dalla legge 11 agosto 2014, n. 112, che ha definito le regole per la creazione e la gestione del registro. L’obiettivo principale del RUNTS è quello di creare un sistema di monitoraggio e tracciabilità degli enti del terzo settore. In questo modo, sarà possibile avere una panoramica completa delle attività svolte dalle organizzazioni del terzo settore e delle loro fonti di finanziamento. Il RUNTS è gestito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e si basa sulla condivisione di dati e informazioni tra le organizzazioni del terzo settore e le istituzioni pubbliche. Per essere registrati al RUNTS, le organizzazioni del terzo settore devono rispondere a specifici requisiti e criteri di accesso. In particolare, devono: Essere organizzazioni non profit Svolgere attività di interesse pubblico, sociale, culturale, educativo, ambientale, sanitario o di solidarietà internazionale Non avere finalità di lucro Essere iscritte al registro delle imprese o ad altri registri pubblici rilevanti L’iscrizione al RUNTS è volontaria, ma offre numerosi vantaggi alle organizzazioni del terzo settore. Ad esempio, le organizzazioni registrate al RUNTS possono accedere a finanziamenti pubblici e privati, partecipare a bandi e iniziative pubbliche, avere maggior visibilità e credibilità nei confronti del pubblico e delle istituzioni. In conclusione, il RUNTS rappresenta un importante strumento di monitoraggio e trasparenza per le organizzazioni del terzo settore, che possono così presentarsi come enti affidabili e riconosciuti a livello nazionale. La registrazione al registro è importante per avere accesso alle opportunità per migliorare il lavoro del terzo settore nel paese.

Enti gestori: Invitalia, SIMEST, Fondazione con il Sud

La totalità dei bandi pubblici di finanziamento a fondo perduto ha provenienza europea, ma queste risorse vengono spesso gestite da enti nazionali, regionali o locali. In questo articolo parleremo di tre enti gestori di fondamentale importanza per la promozione e lo sviluppo dell’innovazione all’interno delle PMI e associazioni italiane. Invitalia Invitalia è l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia. L’agenzia dà impulso alla crescita economica del Paese, punta sui settori strategici per lo sviluppo e l’occupazione, è impegnata nel rilancio delle aree di crisi e opera soprattutto nel Mezzogiorno. Invitalia eroga fondi e incentivi a supporto dello sviluppo di attività imprenditoriali già esistenti, e della nascita di nuove imprese e start up innovative. Simest  SIMEST è la società del Gruppo CDP che dal 1991 sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso l’internazionalizzazione della loro attività. Azionisti sono Cassa Depositi e Prestiti, che la controlla al 76%, e un nutrito gruppo di banche italiane e associazioni imprenditoriali. SIMEST supporta la crescita e l’export delle imprese italiane nel mondo.  Fondazione con il Sud  La Fondazione CON IL SUD è un ente non profit privato nato il 22 novembre 2006 dall’alleanza tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato, per promuovere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno, cioè percorsi di coesione sociale e buone pratiche di rete per favorire lo sviluppo. La Fondazione sostiene interventi esemplari per l’educazione dei ragazzi alla legalità e per il contrasto alla dispersione scolastica, per valorizzare i giovani talenti e attrarre i “cervelli” al Sud, per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.

Rating etici e finanza agevolata

I rating sono misure attribuite a soggetti come le imprese per determinarne, ad esempio, il grado di affidabilità finanziaria o altri tipi di parametri. I rating etici nel mondo aziendale misurano la sostenibilità ambientale e sociale. In finanza agevolata, alcuni di questi possono garantire vantaggi alle imprese che intendono ottenere finanziamenti a fondo perduto. Rating di legalità Il rating di legalità è un tipo di misurazione destinato alle imprese italiane attive sul territorio nazionale con fatturato superiore a 2 milioni di euro. Questo rating è stato sviluppato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) in accordo con i Ministeri della Giustizia e dell’Interno.  Esistono diversi gradi di certificazione, misurati da una a tre stelle. Per ottenere una stella è sufficiente produrre una autocertificazione dove si dichiara di operare nella legalità, mentre i livelli più alti sono accessibili solo rispettando una serie di requisiti extra-normativi, come ad esempio la presenza in azienda di sistemi per misurare la Responsabilità Sociale d’Impresa o Corporate Social Responsibility.  L’ottenimento del rating di legalità apre a percorsi preferenziali per l’accesso al credito bancario e anche ai finanziamenti erogati da enti pubblici. Altri criteri di premialità in finanza agevolata Imprese femminili Si definiscono femminili le imprese controllate in misura maggioritaria da donne. Nel dettaglio: le società di persone (S.s., S.n.c., S.a.s.) e le società cooperative costituite almeno al 60% da donne; le società di capitali (S.p.A., S.a.p.A., S.r.l., S.r.l.s.) le cui quote spettano almeno per i due terzi a donne e i cui organi amministrativi rispettino questo stesso rapporto; le imprese individuali gestite da donne Imprese giovanili Si considerano Imprese giovanili le imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone di età inferiore ai 35 anni. Il grado di partecipazione di giovani è desunto dalla natura giuridica dell’impresa, dall’eventuale quota di capitale sociale detenuta da ciascun socio e dalla percentuale di giovani presenti tra gli amministratori o titolari o soci dell’impresa. 

Cos’è la carta dei principi di responsabilità sociale d’impresa?

L’adesione alla carta dei principi di responsabilità sociale d’impresa è un prerequisito obbligatorio per le aziende che intendono partecipare a bandi di finanziamento a fondo perduto gestiti da Regione Emilia-Romagna.  In questo articolo verranno esaminati i principi presenti all’interno del documento e come l’adesione a questi sia verificata in fase di rendicontazione.  Cos’è la carta dei principi di responsabilità sociale d’impresa La carta dei principi di responsabilità sociale d’impresa è un documento promosso da Regione Emilia-Romagna e ispirato alla Comunicazione UE n.681 del 2011, che definisce la Responsabilità Sociale d’impresa (RSI) o Corporate Social Responsibility come “la responsabilità delle imprese per gli impatti che hanno sulla società”.  La RSI si articola nell’applicazione dei seguenti principi: Sostenibilità ambientale e sociale Volontarietà (azioni che vanno oltre gli obblighi di legge) Trasparenza Qualità di prodotti e processi Integrazione (tra reparti e verticale) Carta dei principi e finanza agevolata Dal 2018, per le imprese beneficiarie di contributi a fondo perduto gestiti da Regione Emilia-Romagna è obbligatorio, in fase di rendicontazione, compilare un questionario volto a verificare che i principi sottoscritti con la Carta siano stati effettivamente messi in atto. Il questionario è volto anche ad orientare le politiche di aiuto in armonia con l’agenda ONU 2030.  

La legge 206/2023 sul “Made in Italy”

Il 20 dicembre 2023 il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge “Made in Italy”, che prevede interventi di valorizzazione, promozione e tutela, tra i quali l’istituzione di un Fondo sovrano. Ecco alcuni tra i provvedimenti a beneficio di imprese e startup italiane: Istituzione del Fondo Sovrano Viene istituito un Fondo Nazionale del Made in Italy con la mission di investire nelle filiere dei settori strategici, sin dalla fase dell’approvvigionamento delle materie prime. Stanziamento previsto: 700 Milioni per il 2023 e 300 milioni per il 2024. Imprenditoria femminile La norma persegue la finalità di potenziare il ricorso agli strumenti di incentivazione dell’autoimprenditorialità, riservando risorse finanziarie ai progetti di autoimprenditorialità o di sviluppo di imprese femminili in tutto il territorio nazionale con un’apposita dotazione di 15 milioni di euro. Incentivazione della proprietà industriale La proposta formulata è finalizzata a riavviare il Voucher 3i (“investire in innovazione”) e ad allargare il novero dei soggetti beneficiari comprendendovi, oltre alle start-up innovative, anche le microimprese di più recente costituzione. Promozione e sostegno degli investimenti nei settori legno-arredo La norma interviene con l’istituzione di un fondo, con la dotazione di 25 milioni di euro per il 2024, per la promozione nel campo della vivaistica forestale e per la creazione e il rafforzamento delle imprese boschive e dell’industria della prima lavorazione del legno. Sostegno del settore fieristico in Italia e ai mercati rionali Il Ministero delle imprese e del made in Italy ne promuove lo sviluppo, anche attraverso specifici finanziamenti alle imprese e agli operatori fieristici per sostenere iniziative di coordinamento strutturale e organizzativo volte ad accrescerne la presenza all’estero. Si prevede che siano altresì promossi, attraverso specifici finanziamenti e incentivi, i mercati rionali. Fondo moda È istituito, presso il MIMIT, il “Fondo speciale per la transizione verde e digitale nella moda” e stanzia 5 milioni di euro per l’anno 2023 e 10 milioni per il 2024. L’obiettivo è quello di sostenere il settore con riguardo, in particolare, alla promozione degli investimenti funzionali ad assicurare una transizione ecologica e digitale. Nautica Il Ddl Made in Italy prevede misure di semplificazione destinate alla filiera della nautica, in particolare a favore dei natanti battenti bandiera italiana che navigano all’estero in acque straniere. È stato previsto il Fondo sulla nautica da diporto con una dotazione di 3 milioni di euro per l’anno 2024, per l’erogazione di contributi finalizzati alla sostituzione di motori endotermici alimentati da carburanti fossili con motori ad alimentazione elettrica. Settore termale La norma interviene consentendo l’utilizzo delle parole “terme”, “termale”, “acqua termale”, “fango termale”, “idrotermale”, “stazione idrominerale”, “thermae” in presenza di stabilimenti termali a prescindere dalla erogazione di trattamenti terapeutici. Valorizzazione delle filiere delle fibre tessili naturali e della concia della pelle Il principale obiettivo della disposizione è di costruire le basi per sostenere progetti di ricerca e innovazione volti a fronteggiare le sfide della globalizzazione. La norma intende consentire l’applicazione del concetto di sostenibilità riferito alla filiera dei prodotti tessili naturali e della pelle, nel rispetto dell’eticità dei processi di produzione a tutti i livelli, della totale tracciabilità e dell’attenzione alla salute dei consumatori.

Come internazionalizzare la propria impresa

Una grande percentuale di bandi regionali e camerali, come anche molte delle iniziative proposte da Invitalia a livello nazionale, incentivano gli investimenti di PMI volti a realizzare un incremento dell’export e ad aumentare la propria competitività sui mercati globali.  Ma quali sono le misure solitamente finanziate da questo tipo di bandi? Come può un imprenditore o un’imprenditrice internazionalizzare la propria impresa? Fiere e incontri B2B internazionali Tra i metodi più efficaci per proporre i propri prodotti e servizi all’estero vi sono le fiere internazionali e gli incontri d’affari Business to Business. Una buona parte dei bandi dedicati all’internazionalizzazione delle imprese comprende tra le spese ammissibili quelle legate all’una o all’altra tipologia di evento, come le spese per l’allestimento, il personale presente in fiera, o i materiali promozionali eventualmente distribuiti.  Ricerche di mercato In questa categoria ricadono consulenze e studi di fattibilità volti a saggiare la potenzialità di mercati tuttora inesplorati, come anche la ricerca di partner commerciali nei paesi target per arrivare a contratti di licenza o distribuzione in nuove regioni.  Branding e localizzazione Le modalità comunicative efficaci sul mercato italiano non sempre risultano applicabili in contesti e culture diverse. Il processo di localizzazione abbraccia non solo il piano linguistico e quindi la traduzione di materiali promozionali e/o siti web, ma l’adeguamento dell’offerta al nuovo mercato di riferimento.  Supporto normativo Questo include il supporto nella redazione di contrattualistica internazionale, come anche la protezione della proprietà intellettuale all’estero (marchi e brevetti), e infine, le questioni relative alla fiscalità e gli altri aspetti giuridici legati agli scambi con nuovi paesi.  Internazionalizzazione d’impresa: risultati attesi Nella maggior parte dei bandi che promuovono l’internazionalizzazione delle PMI italiane, tra i criteri di valutazione sono presenti i risultati attesi in termini di percentuale dell’export sul fatturato totale.  È in questo caso compito del consulente o di chi redige la domanda dimostrare in modo convincente, basandosi su dati fattuali, come gli investimenti oggetto del finanziamento possano verosimilmente raggiungere i risultati attesi.  I consulenti Abifin sono specializzati nella scrittura di progetti efficaci per la partecipazione a bandi di finanziamento legati all’internazionalizzazione di impresa. Se intendi proiettare la tua PMI sul piano internazionale, raccontaci il tuo progetto. Sapremo consigliarti il bando migliore per realizzare il pieno potenziale della tua impresa.

Interventi di digitalizzazione delle imprese

La digitalizzazione delle PMI italiane è uno dei temi al centro dei bandi finanziati dal PNRR. Questo processo ha molteplici sfaccettature, e ciascun tipo di investimento può avvicinare gli imprenditori a obiettivi diversi.  Vediamo in questo articolo alcuni degli interventi più comuni finanziati all’interno dei bandi digitalizzazione. CRM Il CRM, o Customer Relationship Management, è un sistema software che permette la gestione della clientela in termini commerciali e di marketing. Questo strumento permette di archiviare ciascuna interazione con lead e clienti acquisiti, offrendo l’opportunità di fidelizzare i clienti soddisfatti e ottimizzare il processo di acquisizione di nuovi potenziali clienti. Infine, il CRM offre metriche oggettive sull’andamento dell’azienda e sulle prestazioni del reparto commerciale. Cybersecurity La cybersecurity è la prassi di proteggere i sistemi, le reti e i programmi dagli attacchi digitali. Questi attacchi informatici sono solitamente finalizzati all’accesso, alla trasformazione o alla distruzione di informazioni sensibili, nonché all’interruzione dei normali processi aziendali. Tra gli attacchi più temibili ci sono i cosiddetti ransomware, che prendono “in ostaggio” dati sensibili aziendali a fine di estorcere denaro.  Marketing digitale e SEO Il marketing digitale è una categoria vastissima di servizi che si occupano della presenza online dell’azienda, non solo attraverso la creazione e l’efficientamento del sito web istituzionale, ma anche con campagne social, creazione di contenuti testuali e multimediali, e l’invio di newsletter o DEM (direct email marketing). La SEO, sigla che sta per search engine optimization, mira invece a promuovere l’azienda sui motori di ricerca per farla entrare nelle prime posizioni dei risultati di Google o Bing. Hardware e licenze Oltre agli interventi menzionati, la maggior parte dei bandi di finanziamento a fondo perduto prevede la possibilità di acquistare hardware, tra cui computer e macchinari specifici, e licenze software per raggiungere i propri scopi. Occorre in questi casi fare bene attenzione a quali investimenti rientrano nelle spese ammissibili: ad esempio gli smartphone sono solitamente esclusi.