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Cosa sono ATI, ATS e Reti d’impresa

Le PMI sono il cuore pulsante dell’economia italiana. Talvolta però, le dimensioni ridotte di un’impresa possono rappresentare un ostacolo, soprattutto nel mercato globale, influenzato da player di dimensioni colossali. Ma esistono forme di collaborazione tra imprese che permettono di superare questi ostacoli e aumentare la competitività di ciascuno dei componenti. Tali collaborazioni trovano spazio anche nel campo della finanza agevolata, quando la partecipazione ai bandi di finanziamento è possibile in qualità di ATI, ATS o Reti d’impresa. Ma cosa rappresentano esattamente queste categorie?

ATI e ATS

Le associazioni temporanee di imprese, ATI, o le associazioni temporanee di scopo, ATS, sono forme di aggregazione soggette a un contratto, dove uno dei soggetti partecipanti assume il ruolo di capofila o mandatario dell’associazione. L’ATI si rivolge esclusivamente a imprese iscritte in Camera di Commercio. L’ATS è rivolta anche ad aziende che non sono imprese.

In quanto temporanee, queste associazioni hanno una durata limitata all’obiettivo che si intende raggiungere. Nel campo della finanza agevolata, il soggetto capofila è solitamente quello responsabile della compilazione della domanda di finanziamento e della distribuzione degli eventuali contributi a fondo perduto ricevuti.

Reti d’impresa

La rete d’impresa è una forma di contratto tra due o più realtà volta al raggiungimento di una maggiore competitività, anche attraverso i benefici delle economie di scala. Pur mantenendo distinte identità, i soggetti in rete collaborano a livello commerciale e industriale, prevedendo persino la possibilità di condividere le proprie risorse umane.

Anche nel caso delle reti d’impresa, per la partecipazione a contributi a fondo perduto è solitamente prevista l’individuazione di un soggetto capofila responsabile del procedimento.

 

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