Le aziende che intendono accedere a finanziamenti a fondo perduto stanziati dall’Unione Europea devono, nella maggior parte dei casi, conformarsi al cosiddetto principio DNSH (Do Not Significantly Harm). Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e come i potenziali beneficiari possono adeguarsi a questa direttiva.
Non arrecare un danno significativo
“Non arrecare un danno significativo” è la traduzione letterale dell’acronimo DNSH, ma, in termini pratici, a cosa si fa riferimento esattamente?
Il termine appare nel dispositivo per la ripresa e la resilienza, il documento redatto dal Parlamento Europeo che ha aperto le porte al celebre Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il principio DNSH fa riferimento alla sostenibilità ambientale e sociale dei progetti finanziati, e si declina in sei principi guida:
- mitigare i cambiamenti climatici;
- adattarsi ai cambiamenti climatici;
- utilizzare sostenibilmente le riserve idriche e tutelare le risorse marine;
- favorire l’economia circolare, compresi riduzione e riciclaggio dei rifiuti;
- prevenire e ridurre l’inquinamento;
- proteggere e ripristinare la diversità degli ecosistemi.
Rispettare i principi DNSH nelle richieste di finanziamento
Nella maggior parte dei bandi dove è prevista l’applicazione del criterio DNSH, le spese ammissibili sono suddivise tra quelle “assolte ex-ante”, ovvero quelle che sono ritenute compatibili a priori con i principi di sostenibilità esposti nel paragrafo precedente, e quelle che invece dovranno prevedere una relazione dettagliata sul possibile impatto ambientale e sociale degli interventi oggetto di finanziamento.
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